Noi ci eravamo trovate là, su quella spiaggia, davanti a quel tramonto, con sulla faccia impressi due felici sorrisi durati non molto: un litigio.
All’inizio ci eravamo sedute su una panchina, a guardare uno splendido sole calante, con un debole vento che accarezzava i nostri visi.
Non ci vedevamo da molto tempo e mi sembrava quasi di non riconoscere più il viso di Anna.
Lei incominciò a parlare, a parlare della scuola, della sua vita in Germania e della sua nuova migliore amica: “Migliore amica?!” le chiesi io, “Com’è?” Lei, guardandomi con i suoi occhi celesti mi disse: “Molto meglio di te, lei è la mia nuova vera m migliore amica .” Io mi limitai a fare un sorrido falso, come se volessi dire che aveva vinto, che mi aveva spaesata.
Anna mi mandò un messaggio con due faccine sorridenti come facevamo ai vecchi tempi, ma io, dopo aver sentito l’arrivo del messaggio, continuai a guardare i suoi occhi traditori.
Adesso sono ancora qui, vicino a lei, con un cielo che pian piano si imbrunisce, con un viso che pian piano si incupisce.
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